Le radici della nostra passione...


L'arte del surf riding va ben oltre il semplice gesto atletico di "cavalcare un'onda", è un fenomeno storico e sociale che ha interessato e interessa tuttora vari aspetti della vita quotidiana di molte persone, tanto da richiamare l'attenzione di storici, antropologi e sociologi in tutto il mondo.
Nondimeno il surf è uno di quei pochi sport che nel corso della propria evoluzione si è circondato di una specifica cultura che oggi ben si riflette nella moda, nella musica, nel cinema, nella letteratura ma soprattutto nel "modo di vivere".
È interessante domandarsi cosa si nasconda dietro quella misteriosa forza attrattiva che ai quattro angoli della terra tiene uniti milioni di persone in questa passione. Sicuramente non solo il puro divertimento, sebbene ne sia un gran componente, forse il fatto che l'uomo, per la sua stessa indole di animale, ha sempre cercato il contatto con la natura, forse l'emozione, l'entusiasmo, la sensazione di libertà che si prova quando si salta in piedi su una tavola fanno semplicemente parte di noi stessi, forse tutto ciò ci riporta ad una condizione primordiale in cui l'uomo era costretto a misurarsi e a confarsi ai ritmi della natura, dell'acqua, del mare. Quel che è certo è che la passione per il nostro sport non conosce confine, coinvolge ugualmente l'italiano come il francese, l'australiano come il californiano, l’hawaiano come il sudafricano, essa vive in una dimensione fuori dallo spazio...e dal tempo. Una volta Nat Young disse che il surfista fa parte di una razza di persone diversa da quella che normalmente cammina per strada, ed è vero: è il depositario di una pratica le cui origini si perdono nel passato lontano, quando qualcuno per la prima volta, spinto da chi sa che cosa, ha portato un legno nel mare e ha cominciato a remare. Sì perché sicuramente il surf è uno degli sport più antichi del pianeta, ed affonda le radici nel contatto che l'uomo per necessità ha sempre tenuto col mare.

Nessuno può dire con precisione dove e quando sia nato, certo è che i polinesiani sono stati i primi a sviluppare questa pratica: sperduti nell'Oceano Pacifico, isolati in piccole isole circondate dal mare non hanno mai potuto sottrarsi dal contatto con l'acqua e gli altri elementi.
Riferimenti al surf riding sono sparsi ovunque nella tradizione polinesiana e contribuiscono a caratterizzare la loro natura di "waterman", uomini che chiamano casa l'Oceano. Ben presto impararono a scoprire il potere che un'onda aveva di spingere un'imbarcazione verso riva: quando i pescatori ritornavano dal mare impararono ad utilizzare la spinta delle onde per portare più facilmente a riva le canoe cariche di pesci.
E probabilmente il surf nacque proprio così, a bordo di canoe.
A un certo punto l'arte di prender onde si trasformò da un semplice atto di vita quotidiana dei pescatori in un diffuso gesto di divertimento che tutti potevano praticare e le cose cominciarono a cambiare...
Quando per la prima volta il capitano James Cook della flotta reale inglese prese contatto con la cultura polinesiana a Tahiti nel 1777 rimase profondamente colpito nel vedere un uomo a bordo di una canoa outrigger remare verso le onde e con perfetto tempismo prenderne una che lo avrebbe trasportato fino a riva per poi ricominciare daccapo in cerca di un altro frangente, solo per il semplice divertimento di farlo. All’epoca, a migliaia di chilometri di distanza, nel Vecchio Mondo, tutto ciò era semplicemente incomprensibile…ed anche oltraggioso…
Nel resoconto del suo viaggio si legge:

"Non potrei aggiunger di più concludendo che

quest'uomo stava provando il più supremo piacere

mentre veniva trasportato dal mare

così velocemente e così scorrevolmente..."

Pian piano il divertimento a bordo di una canoa si tramutò in divertimento su un pezzo piano di legno e così fino all'impiego delle prime, enormi tavole da surf.
Popolo di viaggiatori, i polinesiani impararono a far tesoro di ciò che l'oceano gli stava insegnando; ben presto le conoscenze acquisite in materia di navigazione, d'interpretazione delle correnti e degli effetti che l’infrangersi sulla terra ferma di una mareggiata lontana provocava sulla superficie dell'acqua, gli consentì di espandere gli orizzonti dei territori a loro noti.
Gli spostamenti per mare che compirono per esplorazione o per pure esigenze territoriali rivestono un importantissimo ruolo nello sviluppo della storia del surf.  Secondo i testi di storia le migrazioni polinesiane si dividono in tre periodi, compresi fra il 2000 a.c. e il 1350 d.c., ma è difficile tracciare un percorso per via dell'assenza di testi scritti; gran parte della loro storia è racchiusa all'interno di parole che ancora oggi sono tramandate di generazione in generazione sotto forma di canti o racconti orali davanti ad un fuoco sulla spiaggia. Utilizzando le isole che man mano andavano scoprendo come ponti per le successive escursioni, colonizzarono gran parte della Polinesia, talvolta spingendosi molto lontano dalla Polinesia Centrale.
Durante la fase più tardi chiamata de "I Lunghi Viaggi", intorno al 300 d.c., i polinesiani arrivarono a Hiva (Isole Marchesi) e cominciarono l'esplorazione della Polinesia Orientale.
Fu fra i vapori immobili dell’alba di un giorno, durante una di queste migrazioni, che un piccolo manipolo di uomini a bordo delle loro canoe da viaggio, spintosi troppo a Nord, giunse per la prima volta in vista di quelle che sarebbero diventate le isole Hawai'i. Fra le spiagge dorate, il mare profondo e le verdi montagne, mai avrebbero pensato che un giorno queste isole sarebbero diventate il paradiso del surf, il seme da cui sarebbe germogliata la passione per questo sport.

E tutto cominciò da li......anche SingleFin.it

[testo di Marco Matteucci / SingleFin]


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